
Riportiamo l’appello di “Volere la luna”:
Come sapete non vogliamo accontentarci dell’esistente e da sette anni siamo in campo con un obiettivo «che può sembrare impossibile a molti, ma che in realtà dovrebbe essere normale: cambiare radicalmente il proprio modo di essere, di pensare, agire, cooperare e aggregarsi, tenendo fermi i valori di riferimento di un solidarismo radicale. Il mondo è cambiato, è ora di cambiare noi stessi. E il nostro modo di stare insieme. A cominciare da tre obiettivi primari: contrastare le diseguaglianze, promuovere ma soprattutto praticare forme di partecipazione solidale, favorire la rinascita di un pensiero libero e critico. Cioè non limitarsi a proclamare i propri valori, ma praticarli concretamente, con azioni positive quotidiane, creazione di occasioni di prossimità, di spazi, anche limitati, di relazione, di strumenti di comunicazione aperti e critici» (così il preambolo del nostro statuto).
Per questo a Torino, ci siamo radicati in via Trivero 16, nel quartiere Parella, sopra la Pellerina. Molti ee molti di voi frequentano, o comunque, conoscono quella sede. Lì c’era una volta – lo dico per chi non lo sa – una se zione del Partito comunista, la 39ª, costruita negli anni Cinquanta da un gruppo di partigiani che, al momento dello scioglimento del partito, la donarono al Centro Studi Gobetti che ne è tuttora proprietario e ce l’ha concessa in affitto. Della struttura originaria restano una palazzina ampiamente ristrutturata e uno splendido pergolato mentre il capannone preesistente lo abbiamo trasformato, usufruendo del superbonus edilizio del cosiddetto 110 per cento, in una moderna sala polifunzionale di 100 m², costruita con materiali ecocompatibili e dotata di pannelli solari che forniscono parte della energia elettrica necessaria. La sede di via Trivero è diventata, nel tempo, un riferimento per la città e per il quartiere con attività sociali, culturali e ludiche. Ci sono sportelli di consulenza gratuita legale, sanitaria e su casa, lavoro e cittadinanza, una biblioteca, un’aula studio e la sala polifunzionale ospita quasi quotidianamente incontri, presentazione di libri, dibattiti, seminari e attività varie organizzati da noi e da diverse realtà del territorio (che vi possono accedere a titolo gratuito).
Tra le attività dell’associazione ci sono i cosiddetti “pasti sospesi”, finanziati dai soci, preparati dalla cucina dell’Associazione dei Sardi “A.Gramsci” e forniti a domicilio a una serie di famiglie in difficoltà. L’attività, iniziata ai tempi del Covid, è poi proseguita nel tempo e perdura tuttora. Ma ci siamo accorti che non basta. A Torino, come nel resto d’Italia, la povertà cresce: secondo i dati del Comune, la spesa alimentare per famiglia è sensibilmente diminuita. E aumenta la solitudine: in città quasi il 40 per cento delle famiglie è costituito da un solo componente (nel 20 per cento dei casi ultrasessantenne). Sempre di più, poi, sono i senza tetto, giovani e vecchi, italiani e stranieri, donne e uomini: non c’è bisogno di dati, lo si tocca con mano facendo una semplice passeggiata sotto i portici di qualunque via del centro. La città risponde a intermittenza, con interventi del privato per lo più supportati dal Comune: ci sono cinque mense che forniscono il pranzo a chi si presenta, spesso facendo una lunga coda, e ci sono esperienze più piccole che accolgono un numero limitato di persone, per lo più single, offrendo spazi per rapporti sociali anche al di là del cibo. Quest’ultimo tipo di intervento, teso a coinvolgere più che aiutare le persone, è fondamentale per contribuire a realizzare delle relazioni sociali diverse e, in prospettiva, a porre le basi di una società alternativa. È, dunque, un intervento squisitamente politico e non semplicemente assistenziale o, peggio, caritativo.
Di qui la scelta di proseguire sulla strada dei “pasti sospesi” aprendo una mensa sociale gratuita avvalendoci di una cuoca assunta per qualche ora al giorno e affidandosi per il resto (organizzazione, acquisizione prodotti alimentari, servizio ai tavoli ecc.) a un gruppo di volontari. L’impresa è affascinante ma abbiamo bisogno di un confronto, di volontari che vi partecipino e di soldi per pagare la cucina che stiamo costruendo a fianco della sala polifunzionale (per cui dobbiamo raccogliere circa 12.000 euro). Cominciamo con
un aperitivo impareggiabile e un po’ di musica (per giovani e meno giovani)
giovedì 26 giugno dalle 18.30
in via Trivero 16
Si potrà parlare dell’impresa, confrontarsi, offrire disponibilità… Il tutto per soli 15 euro!
Venite liberamente, ma se ce lo comunicate in anticipo (scrivendo a gio.petrone@gmail.com ci aiutiamo a rendere l’aperitivo succulento ma senza sprechi, per favore entro il 24 giugno ).