Viaggi nella mente: “Il capitalismo degrada la vita e riduce tutto a merce”

Il capitalismo

Autore: Fernando Buen Abad |

Fonte: internet@granma.cu

Allarmarci dalla contaminazione ideologica borghese che inebria impunemente la vita materiale e intellettuale del pianeta. Lasciamoci scandalizzare dall’inquinamento concettuale che degrada la vita e riduce tutto a merce. Puzza di capitalismo per impadronirsi di materie prime, lavoro e coscienze. Il mondo sta diventando irrespirabile per l’emissione incontrollata di ninnoli intellettuali con i quali si intende indebolire ogni organizzazione sociale emancipatrice, ogni forza ribelle e ogni insurrezione dell’intelligence contro le discariche filosofiche borghesi.

Niente di più tossico che imporre l’individualismo come via meritocratica per il comfort e il successo dell’élite. Niente è più soffocante della logica mercantile imbrattata di empirismi solipsistici e di evasioni; niente di più inquinante dell’avidità, della morale di guerra, della voracità bancaria e dell’anestesia mediatica. Tutto si agitava nel frullatore postmoderno con fetore neoliberista e verbosità autoindulgente predicata con tono pontificio. Nauseante.

L’ideologia dominante ama vedere i suoi odori sofisticati fluttuare per il mondo, spudoratamente e impunemente. Si impegnano molto a diffondere i dogmi di classe ai quattro venti finché ogni atmosfera non si è rarefatta, circondandola di ciarlatanerie di mercato per tutti i pubblici. Le sciocchezze mistiche si diffondono come le tesi di dottorato provenienti da fogne creazioniste, negazioniste o cospirative. Lo stesso chiacchierano con la loro alitosi mercenaria che si abbandonano a teoriche flatulenze. Sono odori tossici che emanano dalla decomposizione del capitalismo.

Il loro piano è imporci le loro discariche come paradisi terrestri. Aspirano a distorcere qualsiasi nozione democratizzata dell’economia, della politica e dell’intelligenza emancipatrice, in modo da rimanere contenti, rassegnati e mansueti. Non ci venga in mente di organizzarci e, se ci viene in mente, periamo di paura a causa della paura della rabbia dell’oligarca e delle sue rappresaglie. Possiamo accettare di essere meno in intelligenza, forza e spirito. Possiamo noi accettare la loro superiorità perché hanno sempre avuto ragione a trattarci come ci trattano e possiamo noi trovare la felicità nelle briciole che ci lanciano.

È così che l’ambiente intellettuale intossicato dai media, le demagogie riformiste che ci hanno contagiato con emettitori di sterco travestito da informazione, opinione, cronaca sportiva o morale di gara è diventato insopportabile… fino alla nausea. La destra inonda il mondo con il suo letame eidetico per rendere la vita insopportabile con il pensiero critico, l’azione trasformatrice e la volontà rivoluzionaria. Hanno diffuso gli effluvi tossici dei loro antivalori fino a imporci diritti insopportabili che fanno della vita una discarica.

Niente di nuovo, tra l’altro. Le città sono state lasciate, storicamente, a vivere, i posti peggiori, il cibo peggiore, i vestiti peggiori e la violenza peggiore… tavoli e nelle latrine. Per i popoli impotenza e indifferenza, morte, marciume e peste. È una lunga, lunghissima storia, di mascalzoni scaricati contro le classi subalterne, come se fossero ereditate dal destino, come se la miseria fosse genetica, come se fosse una punizione che si sopporta solo con obbedienza e mansuetudine.

Espelleranno nell’atmosfera terrestre i loro escrementi “intellettuali” e i loro saggi detriti trasformati in slogan, in propaganda… enciclopedie di gusto borghese, arti decorative dell’io e dogmi reverenziali della proprietà privata, istinti violenti contro le proteste sociali e le condanna del pensiero e delle organizzazioni stufe dell’inquinamento intellettuale. Questi detriti ideologici creano nuvole telecomandate che sono persino inebrianti perché colpiscono settori della popolazione, e per età, meticolosamente discriminati.

Quei diritti vengono creati, e si infiltrano, fin dalla prima infanzia. Si muovono come un gas sotterraneo che sta guadagnando aree profonde ed estese. Prendono il controllo di spazi emotivi e piattaforme comportamentali da cui assalgono, quotidianamente, con preferenze, inclinazioni e simpatie verso tutto ciò che implica la nostra stessa schiavitù. Nel momento più inaspettato fanno pendere la bilancia delle decisioni, dei piaceri, dell’ammirazione e delle predilezioni, a favore degli interessi della classe dirigente. E spesso gli oppressi sono visti solidali con la logica e la condotta degli oppressori. Questo è un pericolo per l’umanità, in quanto implica mettere in pericolo il proprio destino in un mondo oggettivamente e soggettivamente assediato. È, nella sua forma più cruda, manipolazione simbolica.

Con i diritti si aggiorna e si amplia l’oppio dei popoli. È, allo stesso tempo, l’espressione della vera miseria e la protesta contro di essa, è il singhiozzo della creatura oppressa, è il vero significato del mondo senza cuore, così come è lo spirito di un’età senza spirito. Anche questa volta è diventato un affare redditizio e un sistema di salvaguardia per sconfiggere ogni volontà di organizzazione comunitaria, popolare e sovrana, prima ancora che si esprima. Senza sparare un solo proiettile, ma con l’opprimente scheggia ideologica che sferraglia, giorno e notte, contro le nostre vite. Fino a soffocare. Gli ecosistemi intellettuali devono essere rivoluzionati. Sollecitare.

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