VIAGGI NELL’ANNIVERSARIO CUBA. LO SBARCO DEL GRANMA 65 ANNI FA. FIDEL CASTRO: “SAREMO LIBERI O MARTIRI”

Il 2 dicembre 1956 iniziò ad avverarsi la frase “saremo liberi o saremo martiri”, pronunciata da Fidel Castro poco prima che lo yacht Granma iniziasse il viaggio che cambiò la storia di Cuba.

Nelle prime ore del mattino di quel giorno, 82 uomini, guidati dal loro capo, sbarcarono in una zona di mangrovie a Las Coloradas, un remoto angolo dell’attuale provincia di Granma, nell’est di Cuba.

Anniversario del Granma

Il natante poteva imbarcare solo 20 persone, ma riuscì ad accogliere in tutti i suoi angoli quei giovani, armati più di idee che di armi e decisi a liberare Cuba dalla tirannia di Fulgencio Batista, sostenuto dagli Stati Uniti.

Un anno prima di iniziare quell’epopea, dopo essere uscito di prigione per l’assalto alla Caserma Moncada a Santiago de Cuba, lo stesso Fidel Castro aveva assicurato che “come ammiratore di Jose Martì penso che sia giunto il momento di prendersi i diritti e non di chiederli, di afferrarli invece di supplicarli. La pazienza cubana ha un limite”.

Per aggiungere poi, lapidario: “Da viaggi come questi o non si torna, o si torna con la tirannia decapitata”.

Le vicissitudini della spedizione sono ben note: un mare in tempesta, la rottura del motore della nave deteriorata e il peso in eccesso a bordo rendevano il viaggio più lungo e ritardavano l’arrivo, inizialmente previsto per il 30 novembre, che sarebbe dovuto coincidere con l’insurrezione armata della popolazione di Santiago de Cuba, azione concepita per distogliere l’attenzione delle forze militari dallo sbarco.

Tuttavia, dopo il fallimento del piano, i membri della spedizione furono assediati dall’esercito e dall’aviazione di Batista e con grande difficoltà e con gravi perdite riuscirono a raggiungere la Sierra Maestra, la principale catena montuosa dell’isola.

Questi luoghi divennero teatro della guerriglia che si scatenò nei due anni successivi in ​​montagna e in pianura con un crescente sostegno popolare attraverso la lotta clandestina nelle città, e che portò al trionfo rivoluzionario del 1° gennaio 1959.

Lo yacht Granma è diventato così il simbolo per eccellenza di una Rivoluzione che non solo ha rovesciato una dittatura, ma che è anche riuscita a liberare Cuba dalla dipendenza semicoloniale dagli Stati Uniti per più di mezzo secolo, una realtà che Washington non ha voluto mai accettare e motivo per il quale ha cercato nel tempo di soffocare l’isola con tutti i mezzi a sua disposizione.

Soprattutto, uno dopo l’altro i governi degli Stati Uniti hanno applicato e intensificato a livelli impensabili un blocco economico, commerciale e finanziario che continua ancora oggi.

Tale politica, respinta dalla comunità internazionale, non è stata in grado di sottomettere i cubani nonostante siano stati sottoposti a privazioni di ogni genere.

Ispirato da questo esempio di ideali di lotta e libertà, un gruppo di 82 giovani provenienti da tutto il paese ripropone, questo 2 dicembre, l’arrivo della spedizione, rivivendo il momento storico in cui la prua toccò l’isola.

Fonti:

https://www.prensa-latina.cu/…/granma-65-anos-surcando…

https://www.facebook.com/CaracasChiAma

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