1° MAGGIO A CUBA: LETTERA APERTA AL DIRETTORE DE “il Fatto Quotidiano”

1° Maggio a Cuba

Gentile Direttore,

fa sorridere, ma di un riso amaro, l’articolo comparso nel vostro quotidiano il 28 Aprile scorso dal titolo Cuba ammaina pure la festa del 1°Maggio: “Niente benzina”.

Poche righe in una spalla nelle vostre pagine interne, con un tono capzioso che indica un’opinione, prima di un fatto.

#Cuba è in difficoltà in questa ripresa post pandemica, dovuta ad un blocco economico illegale, e non ha certo bisogno della bile di una giornalista che sputacchia qua e là qualche sentenza. Al contrario tutti noi, avremmo bisogno di un approfondimento sulla situazione nell’isola di #Fidel, magari di una inchiesta che (in Ucraina, come a Cuba, come in Vaticano) citi e riporti le fonti, confronti le opinioni, apra al dubbio e alla ricerca di una situazione il più vicina possibile alla verità dei fatti.

Non vorremmo sostituirci al vostro lavoro, ma permetteteci di contestare le fonti dell’articolo citato e di darvi qualche informazione in più su cosa sta accadendo a Cuba, con particolare attenzione al desfile del #PrimoMaggio:

– Vengono citati con vaghezza “blog di giovani cubani” come fonte. Quali sono, se è lecito sapere? Qual è il criterio con cui vengono scelti?

– Viene descritta Cuba come esportatrice dell’oro nero venezuelano in cambio di liquidità quando a noi risulta una realtà opposta: per le sanzioni USA il Venezuela non riesce ad esportare il suo petrolio se non con grandi difficoltà, a Cuba come altrove.

– Viene citato un cambio peso/euro che riporta il prezzo della benzina a 7€ invece che a 1.5€, come risulta da ripetuti contatti con l’isola.

– Viene poi annunciato l’immancabile minestrone delle paralisi: Orchestra nazionale, agricoltura, ospedali. Sembra solo a noi di scorgere un malcelato compiacimento, in un’esternazione che non descrive che la superficie di un’articolata situazione che, seppur in sofferenza, garantisce i servizi essenziali a tutti i suoi cittadini?

Veniamo al titolo: la festa del Primo Maggio si farà, eccome. È vero, quest’anno il desfile, la marcia milionaria del Primo Maggio che attraversa ogni anno la Plaza de la Revolución non ci sarà, proprio perché la benzina è preziosa e un concentramento dai tanti estremi di una capitale molto vasta è oneroso, ma la marcia del Primo Maggio si farà, sia come attività nazionale, a cura di 5 Municipi centrali de L’Avana, sia, come sempre, nelle città capoluogo di provincia lungo tutta l’isola. E non è nemmeno vero che sia la prima volta che si presenta una situazione del genere; successe infatti anche nel periodo especial di dover ricorrere a questa formula per celebrare il Primo Maggio.

Questo articolo evidentemente ignora molte cose:

-la pretesa di uno Stato, gli USA, di imporre sanzioni a suo piacimento e di imporne il rispetto a Paesi terzi. Una pratica che è sotto una contestazione mondiale proprio per il conclamato obiettivo di ottenere un “cambio di regime” di uno stato sovrano tramite il ricatto e la violenza;

-contro Cuba da 60 anni vige non un modesto “embargo”, ma un blocco che vuole impedire qualsiasi relazione economica/finanziaria/commerciale/culturale. Agli italiani residenti a Cuba risulta ad esempio molto difficile, se non impossibile, ricevere dall’Italia per bonifico bancario la propria pensione.

Un giornalista può definirsi “indipendente” quando le sue fonti sono esclusivamente reperite da una parte della barricata?

Somiglia a un tassello, caro Direttore, questo articolo. All’apparenza insignificante, scritto in maniera superficiale (con la mano sinistra si diceva un tempo), ma che unito ai tanti piccoli articoli di opinione, alle tante notizie false, alle foto truccate che girano nei social contro Cuba, contribuisce a disegnare un quadro pretestuoso, se vuole ingannevole, dell’isola caraibica.

Permetteteci allora di darvi una lettura diversa del Primo Maggio Cubano, citando la fonte naturalmente:

“Questo 1° Maggio non ci sarà la sfilata perché non c’è combustibile sufficiente per il trasporto di tanta gente alle piazze.

Ma ci sarà la stessa gente, anche se in altre piazze più vicine a casa, gente che andrà

ad appoggiare il suo Paese, la sua Rivoluzione, perché il cubano non è un popolo

ignorante. Ha sangue nelle vene, chiaro, e le penurie lo angustiano, ma lo irrita anche di più sapere qual è l’intenzione di quelli che non ci amano, di quelli che sono allergici a questa resistenza. Non capiscono che Cuba non si arrende, non si consegna, non si vende… invece noi andremo in una piazza, stavolta vicino a casa, a ripetere che non ci arrenderemo, che non ci venderemo.”

(Fonte: /GM/Granma Internacional)

Noi non crediamo che il vostro giornale sia prono alle ormai vecchie regole della disinformazione, dove si frulla un pezzetto di verità dentro la macedonia delle balle (colorite e nefaste) per portare il lettore là dove si vuole. Lo dimostrano gli eccellenti articoli sui vaccini proteici cubani comparsi lo scorso anno; ed è appunto incomprensibile, per chi conosce la serietà con cui Il Fatto affronta l’analisi dei temi nazionali ed europei, perché sul tema Cuba si continui a fornire (dis)informazione superficiale.

Ci permetta di offrire il nostro apporto su Cuba, caro Direttore. Siamo sicuri che insieme, daremo un contributo ancora più efficace alla ricerca della realtà dei fatti e della verità.

Buona giornata e buona festa dei lavoratori.

Con rispetto,

Alessandro Pacini

Presidente AsiCuba Umbria

Di seguito riportiamo l’articolo del 28 aprile 2023 a pag. 13 de “il Fatto Quotidiano”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

EnglishItalianPortugueseSpanish