Il mondo condanna l’ipocrita e cinica definizione di Cuba come Stato patrocinatore del terrorismo

Bombe USA su Cuba

Autore: Enrique Moreno Gimeranez | internet@granma.cu

L’annuncio dato lunedì 11 dal Dipartimento di Stato degli USA di definire Cuba come Stato Patrocinatore del Terrorismo ha provocato una profonda  condanna  della comunità internazionale.

Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, ha segnalato in un tuit che l’amministrazione di Donald Trump «pretende di minare il cammino della politica internazionale prima di uscire dalla porta posteriore della storia mondiale» ed ha segnalato la sua condanna categorica della«inclusione della nostra fraterna Repubblica di Cuba nella
“lista dei patrocinatori statali del terrorismo”».

Un comunicato della Cancelleria venezuelana h respinto energicamente l’infausta intenzione dell’uscente amministrazione di Donald Trump.

«Questa decisione riflette la manipolazione e l’uso politico e ideologizzato che Washington fa di un tema tanto sensibile come la lotta contro il terrorismo con il fine di promuovere la sua agenda di destabilizzazione e di continua aggressione contro il popolo e il governo di Cuba.

È evidente l’intenzione di minare il cammino per apportare altre difficoltà a un riavvicinamento tra il governo entrante della Casa Bianca e il governo rivoluzionario di Cuba, segnala il messaggio.

Il Segretario Esecutivo dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di  Nuestra America-Tratato del Commercio dei Popoli (ALBA-TCP), Sacha Llorenti,  ha pubblicato nel suo account in Twitter  che  «l’arbitraria decisione del governo degli Stati Uniti non solo viola la Carta delle Nazioni Unite e il Diritto Internazionale, ma è un affronto ai  popoli del mondo.

Nel  mezzo della pandemia e sotto un criminale blocco, Cuba invia medici e, salva migliaia di vite». Poi aggiunge che se esistesse una lista dei paesi patrocinatori della solidarietà e della vita, Cuba starebbe al primo posto.

L’ex assessore del Governo di Barack Obama, Ben Rhodes, ha definito in un tuit la definizione come «una porcheria molto politicizzata, destinata a legare le mani a un’amministrazione che prenderà il potere tra dieci giorni, ed ha aggiunto che «Cuba non è uno Stato patrocinatore del terrorismo».

Precedentemente i  senatori statunitensi Amy Klobuchar, Patrick Leahy, Ron Wyden, Chris Van Hollen, Jack Reed, Jeff Merkley, Sherrod Brown, Martin Heinrich e Tina Smith avevano inviato lo scorso 7 gennaio una lettera al Segretario di Stato, Michael Pompeo, esprimendo la loro preoccupazione di fronte a questa eventuale decisione senza consultazioni e revisioni formali da parte del Congresso.

Altre organizzazioni e personalità a livello mondiale hanno espresso la loro condanna di fronte alla decisione dell’amministrazione Trump contro l’Isola grande delle Antille. 

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