Perché Blocco e non Embargo?

Le azioni esercitate contro Cuba dal Governo degli Stati Uniti non rientrano nella definizione di “embargo”. Al contrario, vanno al di là di questa o, tipiche di un “blocco”, perché perseguono l’isolamento, l’asfissia, l’immobilità di Cuba con l’astuto obiettivo di strangolare il suo popolo e portarlo a dubitare delle sue decisioni d’essere sovrano e indipendente

Autore: Olga Miranda Bravo | internet@granma.cu

Terrazzo No Bloqueo

23 settembre 2016 18:09:54

Le azioni esercitate contro Cuba dal Governo degli Stati Uniti non rientrano nella definizione di “embargo”. Al contrario, vanno al di là di questa o, tipiche di un “blocco”, perché perseguono l’isolamento, l’asfissia, l’immobilità di Cuba con l’astuto obiettivo di strangolare il suo popolo e portarlo a dubitare delle sue decisioni d’essere sovrano e indipendente.
Tutto questo costituisce precisamente gli elementi cardinali nel concetto di “Blocco”, che significa tagliare, chiudere, impedire le comunicazioni con l’estero, per ottenere la resa dell’assediato con la forza o per fame.
Dalla Conferenza Navale di Londra, del 1909, è  un principio accettato nel Diritto Internazionale che : “Il blocco è un’azione di guerra, ed essendo tale è possibile il suo utilizzo solo tra i belligeranti”.
Non esiste d’altra parte alcuna norma del Diritto Internazionale che giustifica il detto “blocco pacifico”, pratica delle potenze coloniali del  XIX secolo e del principio del XX.
Questo concetto controverso non ha tradizioni nemmeno nel Diritto Internazionale accettato dagli Stati Uniti d’America, ma le autorità nordamericane hanno cattiva memoria e non ricordano che nel 1916 avvisarono così la Francia: “Gli Stati Uniti non riconoscono a nessuna potenza straniera il diritto di porre ostacoli all’esercizio dei Diritti Commerciali dei paesi non interessati, ricorrendo al blocco quando non esiste uno stato di guerra.
Generalmente, si conosce come “embargo” la forma giudiziaria di ritenere i beni per assicurare il compimento di un obbligo contratto legittimamente.
Può essere anche una misura di precauzione di carattere patrimoniale autorizzata da un giudice, da un tribunale o un’autorità competente con lo stesso proposito di far rispettare al debitore i suoi impegni coni creditori.
Cuba ha forse debiti con gli Stati Uniti?
Ha commesso delitti che autorizzino il sequestro e la liquidazione dei suoi beni  a favore degli Stati Uniti ?
La risposta è chiara e precisa: NO!
Cuba non è stata e non è una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti, per cui la pretesa d’applicare misure di legittima difesa è contraria alla legge internazionale, considerando  che il Diritto Internazionale non riconosce la legittima difesa soggettiva, nè giustifica la legittima difesa espressa dalla Dottrina Monroe, ma realmente quello che pratica è una politica d’aggressione.
Nonostante l’espressione di ”embargo”, la realtà è che questo insieme di misure di coercizione e aggressione economica costituiscono un blocco illegale da parte degli Stati Uniti contro Cuba e non si può  nascondere questa criminale condotta, agendo contro l’Isola con figure giuridiche che non la tipificano.
Il Governo degli Stati Uniti usa la figura del “embargo” per non riconoscere che applica contro Cuba misure da tempo di guerra, di una guerra non dichiarata contro il popolo di Cuba.
Il blocco contro Cuba rivela una condotta genocida da parte del Governo degli Stati Uniti, esercitata per sottomettere intenzionalmente il popolo cubano in condizioni d’esistenza che possono provocare danni fisici totali o parziali e per debilitare la sua decisione di lottare e vincere.
Anche se formalmente il blocco totale contro Cuba si impianta da parte degli Stati Uniti il 7 febbraio del 1962, già dal 1959 questo paese applicò politiche di blocco contro Cuba, indirizzate essenzialmente a colpire punti vitali della difesa e dell’economia cubana, tali come la soppressione della quota di zucchero, il principale e quasi unico supporto dell’economia e delle finanze dell’Isola, la mancata somministrazione e raffinazione del petrolio da parte delle imprese petrolifere nordamericane, che monopolizzavano l’attività energetica.
Paralizzare il paese, questo era il proposito mai realizzato, come anche l’ipocrita boicottaggio di qualsiasi acquisto dei pezzi di ricambio per l’industria cubana, tutta di fattura nordamericana.
Ma essendo infruttuoso il blocco parziale per piegare il popolo di Cuba, l’allora Presidente degli Stati Uniti, J. F. Kennedy, rispettando il mandato assegnatogli dal  Congresso degli Stati Uniti, mediante la Sezione 620ª della Legge di Aiuto Straniero, del settembre del 1961, dichiarò il blocco totale contro Cuba a partire dalle 12.01 AM del 7 febbraio del 1962.
Il proposito manifesto del blocco è evidentemente antagonista del Diritto Umano del popolo di Cuba d’esercitare la sua libera determinazione, diritto consacrato inoltre nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione dei Diritti Umani e nell’articolo 1 dei Patti Internazionali del Diritto Economico Sociali e Culturali e dei Diritti Civili e Politici.
Chi viola i Diritti Umani del popolo di Cuba?
Sono molte le risoluzioni delle Nazioni Unite che condannano le azioni d’aggressione (come la Risoluzione 2625), del 24 ottobre del 1970, del XXV Periodo di Sessioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che dichiara l’uguaglianza sovrana degli Stati, la libera determinazione dei popoli e l’obbligo di ogni Stato di non intervenire in temi che non siano di sua giurisdizione interna.
Questa risoluzione inoltre stabilisce che nessuno Stato può applicare o fomentare l’uso di misure economiche, politiche o di qualsiasi altra indole con una coercizione su un altro Stato, con il fine d’ottenere la subordinazione dell’esercizio del suo diritto sovrano e ottenere lui i vantaggi di qualsiasi altro Stato.
Ogni Stato ha il diritto inalienabile d’eleggere il suo sistema politico, economico, sociale e culturale senza ingerenze in nessuna forma da parte di un’altra nazione.
Il blocco imposto a Cuba dal Governo degli Stati Uniti è un’azione brutale  e genocida che ha l’obiettivo di far sparire lo Stato cubano e la distruzione dei suoi elementi cardinali di nazione.

 
(NOTA: Paragrafi del Libro “Cuba – USA. Nazionalizzazioni e Blocco”, dell’avvocatessa Olga Miranda Bravo, Editrice Ciencias Sociales / Traduzione GM – Granma Int.).

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