Prosegue fino al 28 maggio la seconda edizione della Collegno Fòl Fest.

no Fol Fest

Una festa interamente dedicata alla salute delle menti nel nome dell’inclusione e della cittadinanza.

La libertà è un cavallo azzurro! La libertà è Marco Cavallo, la scultura simbolo della lotta a favore della chiusura dei manicomi, icona della seconda edizione della Collegno Fòl Fest.

La festa dedicata alla salute delle menti è promossa da Città di Collegno, AslTo3, ARCI Valle Susa-Pinerolo aps, Cooperativa il Margine, Lavanderia a Vapore.

Sarà la mascotte di artisti, scrittori, medici, performers e spettatori, fino a domenica 28 maggio.

La star, in legno e cartapesta, trova il suo spazio d’elezione nell’area dell’antico convento, con un passato da manicomio. Il legame di Marco Cavallo, con le strutture di detenzione dei malati psichiatrici, qui prende forma: furono proprio gli internati che lo realizzarono nel 1973, a Trieste, nell’ospedale diretto da Franco Basaglia, titolare della legge che, nel 1978, dettò una svolta nella gestione della malattia mentale.

Alla Collegno Fòl Fest, l’equino azzurro porta la testimonianza che si può sempre sognare.
E a incarnare desideri, prospettive, opinioni, ricerca, espressione artistica, ma anche le diverse forme di disagio quest’anno, a Collegno, saranno circa 70 eventi, divisi in 9 giorni intensi, su 10 location.
Cuore della festa sarà l’Orto che Cura, progetto ed esperienza di rigenerazione ambientale, umana, urbana, che rimedia e previene la fragilità. Negli ampi spazi della Lavanderia a Vapore, invece, la percezione della disabilità porterà 40 persone, con vissuti diversi, a confrontarsi durante 4 giorni di residenza collettiva e poi a esprimere la nuova consapevolezza raggiunta, coinvolgendo chi non ha partecipato all’esperienza.
Sul fronte scientifico, saranno la Sala Consiliare di Villa 7, l’Aula TPALL dell’Università (Padiglione 18) e il Centro di documentazione sulla psichiatria dell’ASLTO3 a contenere analisi del passato e nuove prospettive future, ma anche il commosso ricordo di Alberto Papuzzi, firma di un giornalismo impegnato a raccontare la società e i lati oscuri di chi si confronta con la malattia.

L’edizione 2023 della Fòl Fest stringe ancor più il rapporto tra l’arte e le sfaccettature della mente. La festa si presenta nel Padiglione 14 della Certosa, dedicato a Mario Merz, dove è tornata a far parlare di sé l’opera realizzata dall’artista, considerato uno dei padri dell’arte povera, che ha lasciato tante testimonianze a Torino. Senza Titolo, opera del 1984, restaurata nel 2022 e aperta al pubblico in occasione della conferenza stampa, sarà protagonista anche di alcune visite guidate che ne sveleranno la storia e la tecnica.
Altro connubio tra diverse forme d’arte sarà quello dedicato ad Alda Merini, in cui si incontreranno la sua poetica, l’espressione teatrale e la fotografia, con l’esposizione di alcune immagini di scena del film La poetessa dei Navigli, di Roberto Faenza, scattate durante la lavorazione, nel Padiglione 13 della Certosa.

Le immagini sul tema dell’inclusione, dell’accoglienza, della solidarietà nei confronti di persone con disagio psichico e/o disabilità, sono protagoniste anche del concorso fotografico “Una foto X l’inclusione”, concluso lo scorso 31 marzo, con premiazione alla Lavanderia a Vapore, nel programma della Fòl Fest. La selezione delle migliori fotografie è curata da una giuria tecnica presieduta da Paolo Ranzani, fotografo di lunga esperienza anche nel reportage sociale. Toccherà ai comici di Zelig e Colorado, ospiti della serata, orchestrati da Giampiero Perone, il compito di portare leggerezza, in un programma che promette emozioni.

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