Vertice dei BRICS: Discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica di Cuba.

Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba y Presidente della Repubblica
Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba y Presidente della Repubblica

(Versione Stenografica della Presidenza della Repubblica di Cuba)

Sua Eccellenza Cyril Ramaphosa, Presidente della Repubblica del Sudafrica;
distinti capi di Stato e di Governo e capi delle delegazioni; stimati partecipanti:
È un grande onore e un privilegio partecipare a un Vertice dei BRICS, un meccanismo d’integrazione che per la sua novità e diversità apre  aspettative e speranze nel cammino del rafforzamento del multilateralismo che oggi risulta tanto urgente quanto imprescindibile per lo stesso destino dell’umanità.
Apprezziamo molto che questo appuntamento si realizzi in terra africana, culla di una parte dei nostri antenati  che alimenta in forma fondamentale l’essenza stessa dell’identità cubana.
La soddisfazione è anche maggiore perchè ci porta in  Sudafrica, paese al quale ci uniscono storici vincoli di fraternità.
Circa 400.000 compatrioti contribuirono alla lotta contro l’apartheid in terra africana e 2.289 dei nostri combattenti internazionalisti morirono eroicamente scrivendo con il loro sacrificio una delle più belle pagine nella storia della solidarietà tra i popoli.
Voglio citare e ricordare un famoso adagio africano: “Le impronte di coloro che camminano insieme non si cancelleranno mai”.

Nel  caso del Sudáfrica e Cuba queste impronte sono tanto solide e indelebili come la memoria dei leaders storici delle due nazioni.
Non potremo mai dimenticare l’abbraccio di Nelson Mandela e Fidel Castro incontrandosi qui esigendo reciprocamente il reincontro, come avviene solo tra fratelli molto molto legati.
 Partecipo a questo Dialogo con l’enorme responsabilità che rappresenta per Cuba presiedere il Gruppo dei 77 + Cina, il più amplio e diverso
gruppo di nazioni in via di sviluppo.
Siamo 134 paesi, due terzi dei membri dell’Organizzazione delle  Nazioni Unite, dove vive quasi l’80 % della popolazione del pianeta affrontando le colossali sfide di un mondo sempre più disuguale, nel quale si sono moltiplicate l’esclusione e la povertà dopo due anni di pandemia seguiti da drammatici conflitti.
Negli ultimi dieci anni le nazioni del Sud hanno visto duplicarsi il loro debito estero, già pagato abbondantemente.
Aumentano le misure coercitive unilaterali.  Più di 3 miliardi di persone si vedono danneggiate dalla degradazione degli ecosistemi.
Più di un milione di specie di piante e animali sono in pericolo d’estinzione come si legge nel Messaggio del Segretario Generale per il Giorno Mondiale dell’Ambiente.
Se non si agisce immediatamente, lasceremo ai nostri figli e nipoti un pianeta non solo irriconoscibile per quelli venuti dal secolo precedente, ma tristemente condannato a essere inabitabile.
A sette anni dalla data fissata per il compimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, il panorama è sconsolante.  
La metà delle 169 mete accordate sono molto lontane dal compimento.
Più del 30% non hanno realizzato passi avanti o, ed è peggio, mostrano passi indietro rispetto al 2015, si legge nell’ultimo rapporto delle Nazioni Unite.
I paesi sviluppati dell’Occidente e le grandi multinazionali hanno disegnato un ordine internazionale che non considera per niente il progresso delle nazioni del Sud, e risulta efficace solo per esigue minoranze.
Il Gruppo dei 77 + Cina e i BRICS abbiamo la responsabilità e la possibilità d’operare per il cambio di questo ingiusto ordine mondiale: non è un’opzione, è l’unica alternativa.

Oggi nessuno può ignorare la crescente autorità dei BRICS. Per questo non dubitiamo nel dare il benvenuto al suo eventuale ampliamento, che contribuirebbe a rinforzare la sua importanza e rappresentatività.
Intraprendere una trasformazione reale dell’architettura finanziaria internazionale, profondamente ingiusta, anacronistica e disfunzionale è stato un reclamo storico del gruppo dei 77+Cina, come lo è dei Brics.
Crediamo fermamente che il Nuovo Banco di Sviluppo creato dai Brics può e dovrà diventare un’alternativa di fronte alle attuali istituzioni finanziarie, che hanno applicato per quasi un secolo ricette draconiane per lucrare con le riserve del Sud e riprodurre i loro schemi di sottomissione e dominio.
Salutiamo in maniera speciale la designazione della cara Dilma Rousseff alla guida di questa entità e la lodevole iniziativa dei BRICS di creare un meccanismo di riserva di monete straniere, con base amplia, che garantisca certezze e stabilità al Sud.  Sicuramente l’estensione di questo meccanismo ad altri paesi, contribuirebbe a ridurre gli squilibri del  sistema monetario attuale.
La possibilità de creare una moneta unica per le loro  operazioni sono anche iniziative che si potrebbero applicare nelle relazioni con altri paesi in via di sviluppo per ridurre l’abusivo monopolio della moneta statunitense, che rinforza e garantisce un egemonia dannosa per il resto del mondo.
I paesi Brics sono leaders mondiali nella produzione agricola, e concentrano circa un terzo degli alimenti prodotti a livello globale.
La loro azione congiunta con il resto dei paesi in via di sviluppo darebbe un apporto sostanziale all’eliminazione della fame, sofferta oggi da più di 700 milioni di persone nel mondo.
In materia di cambio climatico, sottolineiamo il valore strategico del coordinamento effettivo tra i Brics e  il Gruppo dei 77, per salvaguardare il principio delle responsabilità comuni, ma  differenziate, nell’implementazione della Convenzione Cornice e del Accordo di Parigi.
Nella COP28, che quest’anno si realizzerà a Dubái, per la prima volta, si celebrerà un Vertice di leaders del Gruppo dei  77 convocato da Cuba per rinforzare il coordinamento strategico.
Lo sviluppo scientifico-tecnico oggi è monopolizzato da un club di paesi che accaparrano la maggioranza dei brevetti, le tecnologie, i centri  d’investigazione e  promuovono il drenaggio di talenti dei nostri paesi.
Il G77 e i BRICS devono e possono fare di più per cambiare questa situazione e in questo spirito Cuba ha convocato a un Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Gruppo dei 77 + Cina su scienza, tecnologia e
innovazione  come premessa per lo sviluppo, che si svolgerà il 15 e 16 settembre prossimo a l’Avana.
Vi aspettiamo lì.

Per avanzare verso un futuro più giusto e sostenibile, il momento dell’azione  collettiva non è domani, è adesso.
Crediamo fermamente nel potere dell’unità nella diversità e che questa è l’ora di agire uniti in difesa di storici reclami che per non essere attesi a tempo hanno moltiplicato i problemi che le nostre nazioni affrontano.
E già che stiamo nella “nazione dell’arcobaleno” che ha vinto l’odio del passato, integrando la sua ricca diversità di cultura, lingue e credo religiosi, assumiamo tutti i precetti della saggia filosofia umanista africana del Ubuntu, l’etica della cura dell’altro che, di fronte all’egoismo e all’individualismo promuove una vita solidale, fraterna e rispettosa nella quale nessuno resta indietro,
Il G77 e i BRICS abbiamo l’opportunità di generare una trasformazione storica. Per il bene delle future generazioni, facciamolo!

Fonte: http://it.granma.cu/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

EnglishItalianPortugueseSpanish